noo, il meme nooo!!
Maurice mi ha coinvolto in un meme. Le regole sono semplici : bisogna parlare di otto fatti a caso che riguardino se stessi in un post dedicato, scegliere altre otto persone da taggare e dire loro che sono taggate (e, ovviamente, ricordarsi di postare le regole!). Mi sono ripromessa di farli sempre i meme, tutti quelli che mi arrivano, perche è la rete, bellezza. Però, siccome proprio non posso fare a meno di distinguermi – e perchè il tema è un po’ troppo autoreferenziale per le mie corde – ci metto del mio e che siano almeno otto cose otto che hanno a che fare col gusto. Insomma, cibo, vino e affini.
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La fermentazione. Ho una passione sfrenata per gli odori di tutto ciò che è fermentato. I lieviti mi danno alla testa. Soprattutto quelli dello champagne, ma anche quelli del pane, dei sigari, del formaggio, dei salumi stagionati. Volendo anche quelli del letame – sempre che sia stagionato, s’intende.
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Le ostriche. Le ho assaggiate la prima volta qualche anno fa, superando dopo tanto tempo la ripugnanza che il mollusco crudo mi aveva sempre ispirato. Mi sono persa qualcosa.
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I sigari. Gli Avana sono un’acquisizione più o meno dello stesso periodo. Ho scoperto un universo di odori e sapori nuovi. Ero letteralmente impazzita, fumavo in continuazione robe sempre diverse, marche, formati, eccitata provavo tutto. Il toscano non mi è piaciuto, uno stile di fumata completamente diverso, troppo secco e nervoso. Vuoi mettere un cubano, morbido e profumato…la mia marca preferita? Partagas. Fumando/las penas van pasando/y si fuma Partagas/nunca las tendras, recitava uno slogan degli anni Trenta.
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Una volta ero astemia. Da non crederci, eppure…La marcia di avvicinamento alle bevande alcoliche iniziò a ventidue anni, durante un viaggio a Praga, prima che cadesse il Muro. E birra fu. Ricordo delle schiume alte tre dita tanto spesse da sembrare panna, e che restavano tutte lì anche quando avevi finito di bere. Con il vino ruppi il ghiaccio quanche anno più tardi, quando a Vernazza furoreggiava il calicetto di Cinqueterre a qualunque ora del giorno e della notte.
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La ricotta calda. Mica tanto buona. Il vecchio Vincenzo De Juliis una volta me la diede tirandola su dal pentolone. A me il latte caldo dà la nausea, figurarsi. Però una volta fredda e riposata…
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Pizza e mortadella. Un must romano che è il mio trash food preferito. Ogni tanto ci faccio pranzo.
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La toma valdostana. Quell’estate andammo in montagna. Dopo la meravigliosa scarpinata fino al rifugio Vittorio Emanuele ci rifocillammo e io – anni 14 – ordinai del formaggio. Aveva un odore così forte che non riuscii a mangiarlo. Oggi saprei ben apprezzarlo! Mi resta il ricordo di quell’odore sconvolgente.
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Madri e minestroni. Avrò avuto quattro anni o poco più. A pranzo c’era il minestrone, che io detestavo. Mia madre aveva deciso però che quel giorno lo dovevo mangiare. Così arrivammo al pomeriggio inoltrato davanti a un piatto di minestra, noi due, all’angolo del tavolo verde della camera da pranzo. Fu mia madre a stancarsi per prima.
Nomino per proseguire:
Ma come, mi citi fra le “vittime” del meme e non sono neanche fra i tuoi link???
Pensavo ti avessero detto che sono moooolto permaloso!
Bentornata :)
Ciao Maruzzella!
L’assenza la giustifico con il mio lavoro, che mi tiene al computer 10 ore al giorno e nei weekend.
Adesso pero’ sono in vacanza in Italia per un paio di settimane e cercherò di lavorare a questo meme.
E tornerò a scrivere su DeadChef! Poi da Gennaio MOLLO TUTTO e ti inonderò di messaggi (ed Aprile di capiterò in ristorante!!).
Un bacione,
Lajules
AAAArghh!
L’hai detto… e l’hai fatto!
Cattiva! Sai che non posso rifiutare un tuo invito.
Stavolta credo che non potrò scamparla!
Detto fatto, da questa mattina il meme è pubblicato anche su esalazioni etiliche.
Ciao Maruzzella!
Ce l’hai un email? (domanda retorica che sottintende: perchè non me la mandi?)
Grazie dell’invito. Appena posso mi dedico anche io…